Zen e Ambiente

Il buddhismo ritiene che l’universo e tutte le creature in esso sono intrinsecamente in uno stato di completa saggezza, amore e compassione, e agiscono in risposta naturale e in mutua interdipendenza

Abbiamo quindi l’urgente bisogno di dare alla nostra esistenza un significato che si accordi ai fatti fisici e che annulli il nostro sentimento di alienazione dall’universo, e questo vuol dire che percepire noi stessi come un io separato e limitato dalla pelle è un’allucinazione che non si accorda nè con la scienza occidentale nè con le religioni e le filosofie sperimentali dell’oriente. 1

La nostra civiltà una civiltà tecnica che si basa sul dominio e lo sfruttamento della natura. E la crisi odierna nasce da una conflittualità nel rapporto dell’uomo con il suo ambiente, e il conseguente sfruttamento delle risorse presenti sulla terra.

A conferma di ciò vediamo da parte dell’uomo, un aspetto che ha scelto di sviluppare uno spirito razionale e scientifico come funzione di soddisfacimento dei propri bisogni. Ora proprio perchè questo comportamento ha in se un elemento di insoddisfazione, la componente spirituale che si esprime con il desiderio di sentirsi in unità con la natura; risulta squilibrata, e di fatto lascia l’uomo con una sensazione di mancato appagamento e una sofferenza profonda.

E’ cosi allora che l’aumento dei desideri artificiali generati da un’io limitato, portino come conseguenza, all’incremento della competizione individuale, che tradotta a livello internazionale, significa competizione tra le nazioni, e un impoverimento sia dei paesi più poveri all’interno dei paesi cosiddetti sviluppati, e sia nei nei paesi nel terzo mondo.

A mio parere i problemi dell’ambiente possono essere risolti attraverso un’autentica rivoluzione spirituale. In questo senso, lo zen può cooperare in questa direzione, perchè è una via di armonizzazione dell’essere umano con l’ordine cosmico, e allo stesso tempo attraverso la pratica quotidiana della meditazione seduta offre all’uomo una possibilità concreta di poter realizzare al interno di se stesso, uno spazio più ampio dove può accogliere i suoi conflitti e lo stress della vita quotidiana.

L’aver sviluppato maggiormente l’emisfero sinistro del cervello, ha portato cosi l’uomo a vivere una profonda dicotomia fra se e l’ambiente. Infatti l’atteggiamento dualistico della nostra civiltà, ha creato la crisi tra l’essere umano e l’ecosistema.

Allora, fare zazen,è lasciar cadere questo atteggiamento e fare dietrofront. E’lasciare andare ogni cosa e mettersi in armonia con l’ordine cosmico e accettare profondamente l’interdipendenza e il cambiamento presenti nell’intero universo.

Possiamo tornare così ad una vita semplice, alla totale attenzione del gesto nel qui e ora, e riscoprire in noi la profonda intuizione di non essere più? separati dal Buddha, da Dio da ogni essere e oggetto presente nell’universo.

L’ecologia è ormai diventato un’argomento di interesse comune, e sono ormai trenta anni che se ne parla, eppure nonostante ciò, esiste una profonda differenza tra ciò che sappiamo rispetto ai pericoli riferiti allo sviluppo della tecnologia e a quello che realmente facciamo per porvi rimedio, come se credessimo impossibile o peggio ancora un’ utopia arrestare l’inquinamento e la degradazione dell’ambiente. Giusto per ricordare, il filosofo giapponese della scuola di Kyoto Keiji Nishitani morto nel 1990 nel suo saggio “La religione e il nulla “, pose l’accento proprio su questa perdita, e oggi possiamo trovare nelle sue parole una triste profezia.

Il tentativo dell’uomo, di controllare la natura e la sua capacità di assoggettarla al suo volere si è così trasformato in una diminuzione dell’intuizione e della creatività. Dopo aver conformato la natura alle sue tecniche, l”uomo ne è diventato un’ingranaggio che deve conformarsi al modello tecnocratico che ha creato. Praticamente divenendo schiavo di se stesso.

In questo contesto le problematiche riferite all’ ecologia, richiamano ai principi fondamentali delle leggi dell’equilibrio naturale, dell’interazione e l’interdipendenza tra gli esseri viventi e l’ambiente; ma senza una profonda trasformazione di mentalità, le idee ecologiche resteranno poco influenti se non addirittura vane.

Quello che proponiamo noi, come Centro di Meditazione Zen è accostarsi ad una ricerca interiore di profonda trasformazione senza fanatismo e senza l’aadozione di un dogma. Molto spesso la parola è diventata di uso comune. Vivere zen, arredamento zen, addirittura ci sono le scarpe zen. Ma cosa significa vivere secondo i principi dello Zen ? Cosa significa trasformare la Mente ?

La vita nello Zen consiste essenzialmente nel ricorrere a un modo di esistenza semplice senza ricercare troppa comodità o lusso. Lo Zen, è ritrovare l’esperienza diretta della vita. Questo significa porsi al di là del dualismo tra l’ambiente dei fenomeni (samsara) e il nirvana. Significa sviluppare uno spirito non dualistico abbandonando l’attaccamento al nostro io a favore di un Sè universale,e ispirare tutta la propria vita alla figura del bodhisattva del buddhismo Mahayana che vive e pratica nel mondo dei fenomeni per aiutare tutti gli esseri a risolvere la loro sofferenza e a realizzare il risveglio. Ed è in questo contesto che la pratica di zazen, cioè la meditazione seduta, significa voler cambiare il nostro atteggiamento riconducendo la vita al qui e ora, cominciando dal nostro ambiente più vicino. Noi pensiamo che l’inquinamento è nello spirito prima ancora di manifestarsi nell’atmosfera, nell’acqua, nella terra. 2

Praticare zazen è abbandonare l’ego e realizzare la nostra interdipendenza e la nostra solidarietà con tutto l’universo.

“Alan Watts ” Il libro sui tabù che ci vietano la conoscenza di ciò? che veramente siamo
“Roland Yuno Rech ” Zen e ambiente