La Pace: l’aRmonIa nelle difFerénzE

Fin da piccoli, durante le feste natalizie ci dicono di essere più buoni, di creare pace e serenità intorno a noi. I giorni di festa diventano quindi un momento prezioso per approfondire il tema della pace, come creare pace, cosa vuol dire “pace”, quali sono i fondamenti della pace.

Alcune tradizioni buddiste fanno della pace nel mondo uno dei loro obiettivi fondamentali, nello zen, a dire il vero, a mia conoscenza, la pace nel mondo non viene enfatizzata, anche se non vi è alcun dubbio che il messaggio del Buddhae del Buddhismo come quello di tutte le persone spirituali e religioni sia un messaggio di pace. Purtroppo la storia ci impone di fare una profonda differenza fra persone spirituali e persone religiose, le prime, al di fuori del loro credo, sono portatrici di pace, perché hanno realizzato la pace interiore e non possono far altro che vivere in armonia con tutti gli esseri sensibili, le seconde sono portatrici di pace solo quando vivono la religione con spiritualità, altrimenti la religione diventa un mezzo ed un arma ancor più potente e pericolosa della più devastante bomba atomica.

La pace può essere definita come l’armonia tra le diverse razze, etnie e culture, e nel buddismo si basa su diversi principi.

Uno dei principali è la DIGNITA’dell’essere umano e di tutte le vite. Anche se può sembrare impopolare o troppo new age, spesso i buddisti sono vegetariani, non è obbligatorio in tutte le tradizioni, ma spesso lo sono e questa scelta nasce dal desiderio di evitare la sofferenza della morte agli animali, che non vuol dire affatto criticare coloro che non seguono questa scelta, al contrario, i veri vegetariani rispettano i non vegetariani, ma scaturisce proprio dal sentirsi un tutt’uno con gli altri esseri sensibili. Ancora più forte allora deve essere il rispetto di un uomo verso un altro uomo. Nel Sutra del loto la storia del Bodhisatva che non disprezzava mai è di ispirazione per comprendere cosa voglia dire rispettare ogni essere umano. Questi era famoso perché ogni volta che incontrava un altro essere umano, di qualsiasi estrazione sociale, amico o nemico che fosse, simpatico o antipatico, buono o cattivo, siinchinava con rispetto. Tutto qui. Adesso proviamo noi a inchinarci con rispetto, aprendo il nostro cuore in senso di reverenza ad ogni essere umano che incontriamo, proviamo ad immaginare che camminiamo per strada, un senza tetto con la bottiglia in mano, sporco, che emana pessimi odori si avvicina e noi invece di allontanarci ci inchiniamo totalmente pensando che anche lui condivide con noi la natura di Buddha, e poi pensiamo alla persona più importante come un Papa, un Dalai Lama, un Buddha o chiunque uomo che consideriamo importante, potente, degno di rispetto e ci inchiniamo; quanti di noi farebbero l’inchino con lo stesso spirito? Quanti realmente sarebbero in grado di non fare differenze considerandoli entrambi essere uomini di pari dignità?  EPPURE IL SOLE SCALDA TUTTI, non fa differenze fra pietre, piante o esseri umani, perché noi invece non riusciamo intimamente a vedere che siamo tutti uguali, tutti fratelli che condividono uno stesso pianeta? Il precetto di non uccidere è comeuna facile regola da seguire per non generaresofferenza, e nei momenti di smarrimento è sempre più sicuro seguire le regole, come quando si guida ubriachiè più sicuro rispettare i limiti che superarli, ma il precetto nasce dalla comprensione che tutti noi siamo dei Buddha, per cui dobbiamo inchinarci di fronte a qualsiasi essere vivente con rispetto, perché quella persona davanti a noi è BUDDHA. Questo comportamento sarebbe di per sé sufficiente a creare armonia fra le varie etnie e culture.

Ci sono altri punti fondamentali da comprendere ed interiorizzare se si vuole essere portatori di pace, innanzi tutto realizzare profondamente che siamo TUTTI DIVERSI. Per molti può sembrare banale, addirittura scontato, ma anche due gemelli omozigoti, cresciuti nella stessa famiglia con le stesse possibilità, non sono uguali. Il Buddha fa l’esempio della pioggiache bagna il terreno ed anche se la pioggiaè uguale per tutti, i semi cresceranno secondo la loro proprianatura. La comprensione e realizzazione della diversità è molto importante soprattutto quando ci rapportiamo con gli altri. Ognuno di noi ha dei propri valori che sono più o meno condivisi da un gruppo più o meno numeroso di persone. Questo non vuol dire nulla, non rende le persone di un gruppo uguali fra loro, non rende quei principi più veritieri dei principi di una sola persona. Ognuno di noi vede il mondo da un proprio punto di vistae nessuno potrà mai avere lo stesso punto di vista per quanto vicini siano le due persone. Per questo il saggio riesce a distinguere un AIRONE BIANCO che vola su una NUVOLA BIANCA, uguali ma diversi. Da una profonda comprensione della diversità ad esempio nasce un altro principio cardine del buddhismo, la verità deve essere sperimentata, ogni individuo deve fare esperienza della verità. Il Buddha stesso diceva: “non credete alle mie parole, ma sperimentatele”, possono funzionare o no, se funzionano seguitele, altrimenti provate un’altra strada, la strada di uno, anche se del Buddha, non per forza funziona per tutti. La comprensione e il rispetto della diversità di ogni essere umano ci rende umili ed insegna ad ognuno di noi di cercare la propria strada e di trasmetterla con molto garbo alle altre persone, perché magari la loro strada può essere diversa dalla nostra, ma funzionare nello stesso modo. Due girasolinei due emisferi opposti del mondo guarderanno sempre il sole, ma uno volgendosi a Nord e l’altro a Sud. Le guerre nascono spesso dal voler imporre la propria visione, ma pensate quanto sarebbe ridicolo se il girasole del Norddicesse a quello del Suddi girarsi dall’altra parte per vedere il Sole?

La diversità però non vuol dire una diversa possibilità di illuminarsi. Il Buddha ed il buddhismo credono profondamente sull’UGUAGLIANZAdi tutti gli esseri umani e degli esseri sensibili in generale, come possibilità a realizzarsi ovvero ad essere pienamente felici. Se la natura di Buddha permea ogni cosa, come possono essere alcuni esseri più natura di Buddharispetto ad altri? Nel buddhismo e nello zen ci sono moltissime storie che narrano dell’illuminazione di persone anche apparentemente non datate di quella rettitudine che ci aspetteremmo, come ad esempio ANGULIMALA, il tagliatore di dita, ma anche di RYUNIO, la figlia del re drago che raggiunge l’illuminazione a soli 8 anni pur essendo femmina. Se ci caliamo al tempo del Buddha, quando le donne non venivano considerate al pari degli uomini, affermare che l’illuminazione non era negata neanche ad una bambina voleva affermare in maniera rivoluzionariarispetto al pensiero del tempo che tutti gli uomini e donne di qualsiasi ceto o casta potevano aspirare all’illuminazione. Questo messaggio in realtà è trasversale alla maggior parte delle religioni.

Ogni principio buddista è permeato di pace, perché la felicità si può avere solo nella pace e nell’amore, ma la pace buddista non è l’assenza di forze, una realtà morta e pietrificata in cui le guerre non avvengono perché non c’è più movimento, per assenza di vita, ma al contrario è la pace data dall’armonia della diversità, un quadro di colori variopinti che si integrano e completano l’un l’altro.

Se pensiamo agli esponenti principali delle diverse religioni, Buddha per il buddhismo ad esempio e pensiamo a tutte le guerre che poi sono seguite fino ad arrivare alle due grandi guerre del secolo scorso, allora dobbiamo senza dubbio concludere, in maniera provocatoria, che tutti questi capi spirituali hanno fallito, nonostante il loro indiscusso spessore morale e capacità comunicative, nessuno di loro Dio, semi-Dio o uomo è riuscito ad impedire che le guerre avvenissero e come potremmo allora farlo noi?

Ma questa è solo una visione parziale della realtà, spesso noi applichiamo agli altri la nostra visione del mondo e con l’idea di pace non facciamo diversamente.

Esistono DUE TIPI DI PACE: quella esteriore e quella interiore. La pace esteriore è soggetta alla visione che ognuno di noi e ogni gruppo stato o continente ha della pace ed inoltre è soggetta alle regole della natura che in ultima analisi è l’impermanenza. Ciò che nasce, muore, in un continuo divenire, allora quello che possiamo fare è di armonizzarci alla natura ed inchinarci umilmente ad ogni essere vivente, sapendo nel cuore che non tutti faranno lo stesso. La pace esteriore, quella mondiale è come un voto irrealizzabile, ma che gli uomini devono continuare a perseguire, perché anche se non si arriverà mai alla fine, la direzione è quella giusta!

La pace interiore invece no, è totalmente realizzabile, ed ognuno di noi può realizzarla seguendo un cammino spirituale con cuore aperto ed onesto. I grandi maestri ci hanno insegnato la via per realizzare la propria pace interiore e la propria felicità, e come quando si suona uno strumento, la musica non resta confinata nelle dite del musicista, così la felicità e la gioia e la pace si diffondono alle persone che abbiamo accanto e anche alle persone lontane. Allora i grandi maestri NON hanno fallito, ci hanno insegnato che non è importante quello che avviene fuori, ma come noi reagiamo agli avvenimenti, se rispondiamo all’odio con odio, allora la guerra non finirà mai, se rispondiamo all’odio con amore, allora la GUERRA E’ GIA’ FINITA!

Horyu

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