A te che dici di avere conseguito un migliore stato mentale grazie allo zazen speciale.
Finché dici che lo zazen è una cosa buona, c’è qualcosa che non va per il verso giusto. Il puro zazen non è assolutamente niente di speciale. Non è neanche necessario un sentimento di gratitudine.
Non sarebbe strano se un bebé dicesse alla madre, “Per favore comprendimi per il fatto per il fatto che me faccio sempre la cacca nei pannolini”.
Non sporcare il tuo zazen dicendo che hai fatto progressi, che ti senti meglio, o che sei diventato più sicuro grazie allo zazen.
Diciamo “Le cose vanno bene” solo quando vanno come pensiamo che dovrebbero andare.
Dovremmo semplicemente lasciare l’acqua della nostra natura originale così com’è. Invece la sporchiamo continuamente con le mani per sentire quanto è calda o quanto è fredda. E’ per questo che si intorbida.
Non c’è niente di più sgradevole dello sfregiare lo zazen. ‘Sfregiare’ significa assumere l’espressione di un capo ufficio, di un direttore generale, o di un presidente. Eliminare lo sfregio è quello che s’intende con ‘semplicità’ [shikan].
Esistono bodhisattva ‘senza capacità magiche’. Questi sono dei bodhisattva che hanno completamente dimenticato parole come ‘pratica’ o ‘satori’, bodhisattva senza poteri straordinari, bodhisattva che sono incommensurabili, bodhisattva per i quali non è solo questione di livello o di nome.
o zazen non è come un termometro dove la temperatura sale lentamente, “Ancora un po’…si…eccolo! Ora ho ottenuto il satori!” Lo zazen non diventa mai qualcosa di speciale, per quanto lo si possa praticare. Se diventa qualcosa di speciale, ci deve essere un dado allentato da qualche parte.
C’è qualcuno che riesce anche a fuorviarsi da solo col suo zazen: reputa che la temperatura sul suo termometro dello Zen sia già piuttosto alta. Ma questo non ha niente a che vedere con lo zazen. ‘Semplicemente farlo’ [shikan] è zazen. Lo stesso è vero per il nembutsu. Non dovremmo praticare il nembutsu per conquistare il paradiso. Semplicemente lo dovremmo farlo. Questo significa che facciamo (semplicemente) quello che Buddha fa.
Non si può fare provvista di zazen. Anche Shinran smise di praticare un nembutsu che potesse essere immagazzinato. La pratica che può essere immagazzinata è stata rigettata dalla scuola Shin come “sforzi basati sulla forza personale”.
“Quando ero giovane sono stato talmente onesto che ho deciso, ora che sono vecchio, che di tanto in tanto posso rubare qualcosa agli altri…” Non si può immagazzinare così nemmeno l’onestà.
Se non stiamo attenti, finiremo per credere che il Buddha-dharma è come arrampicarsi su una scala. Ma non è così. Il gradino che sto salendo in questo momento è la pratica che comprende tutte le pratiche, ed è tutte le pratiche che sono contenute proprio in questa pratica.
Lo spirito dello Hinayana prevale dovunque si facciano delle distinzioni tra me e gli altri. Nello Hinayana, la liberazione è solo un prodotto.
Dici che la tua pratica è arrivata a compimento – da un punto di vista religioso non c’è niente di più assurdo.
“Gli alberi di castagne e le preghiere per un al di là migliore spesso finiscono contorti”.
Dal momento che credi di star facendo qualcosa di buono quando invochi il nome di Buddha, sei senza speranza. Proprio come chi pensa di avere conseguito il satori.
E’ questo il motivo per cui nella scuola Shin si dice, “sradica, sradica, sradica anche la mente che sradica!”
Il satori del Buddha-dharma deve riempire tutto il tempo e tutto lo spazio, cielo e terra. Uno o due satori che raccogliamo come mele o pere non valgono una scoreggia.
Se fai qualcosa di buono, resti appiccicato alla consapevolezza di fare qualcosa di buono. Se hai avuto il satori resti appiccicato alla consapevolezza del conseguimento del satori. Allora è meglio tenere le mani lontane dal ‘bene (dalle buone azioni)’ e dal ‘satori’. Devi essere perfettamente aperto e libero. Non riposare sugli allori di nessun genere.
Non ti affrettare ad attaccarti a nessun punto di vista.
Anche se dico tutto questo sulla via del Buddha, la gente comune cercherà lo stesso di usare il Buddha-dharma per cercare di accrescere il proprio valore di esseri umani.
Non c’è bisogno di dire che una pratica sbagliata porta a un satori sbagliato.
Hishiryo [non pensiero] significa smettere di calcolare.
Nel Buddha-dharma, dobbiamo indagare nei particolari cosa significhi essere ‘incontaminato’ [fuzenna]. Non esistono confini precisi tra essere ‘contaminato’ [zenna] e ‘incontaminato’ [fuzenna].
Quando c’è contrapposizione tra ‘purezza’ e ‘sporcizia’, questo porta a un conflitto tra ‘purezza’ e ‘sporcizia’. Dobbiamo andare al di là di ‘purezza’ e ‘sporcizia’.
Lo zazen è bene perché lo zazen è la forma della grande morte.