Kusen Kodo Sawaki “A te che dici che lo zazen non ti ha portato da nessuna parte “

A te che dici che lo zazen non ti ha portato da nessuna parte.

A che serve lo zazen?
A niente! Finché questa pratica che “non serve a niente” non penetra nelle nostre ossa, e non pratichiamo veramente quello che non serve a niente, non servirà a niente.

Praticare con fiducia quello che “non serve a niente” – non vale la pena provare?

Dici che vorresti provare lo zazen per diventare “una persona migliore”. Diventare “una persona migliore” facendo zazen? Che idiozia! Innanzi tutto come può “una persona” mai diventare migliore?

Zazen non è imparare a essere un essere umano. Zazen significa smettere di essere un essere umano.
Dici: “Voglio diventare un essere umano migliore facendo zazen”.
Lo zazen non ti insegna come essere ‘umano’.
Zazen significa smettere di essere un essere umano.

Dicono: “Zen significa vuotare la mente, giusto?”
Non avrai mai la mente vuota finché non muori.

Pensi che le cose debbano andare meglio perché pratichi lo zazen? No! Zazen significa dimenticarsi di “migliore” e “peggiore”.

Non riceverai mance per il fatto di praticare lo zazen. “Il giorno è lungo, come quello di un bimbo,
il monte è quieto, come l’eterno passato”.

Lo zazen è insoddisfacente. Insoddisfacente per chi? Per la persona normale – l’essere umano non si sente mai soddisfatto.

Lo zazen come viene praticato nella nostra scuola non è emozionante. Le persone normali vanno sempre in cerca di emozioni.
Perché il gioco d’azzardo, gli sport o le corse dei cavalli sono così popolari? Perché scoprire di avere “vinto” o “perso” ci elettrizza.

Come può mai arrivare a soddisfare i desideri umani quello che è eterno e senza limiti!?

Come può mai essere compreso nei limiti della nostra mente umana quello che riempie tutto l’universo?

Insoddisfacente: Pratica semplicemente lo zazen.
Insoddisfacente: Manifesta lo zazen proprio con il tuo corpo.
Insoddisfacente: Diventa uno con lo zazen con corpo e mente.

Essere squadrati dallo zazen, essere perseguitati dallo zazen, essere bloccati dallo zazen, essere spinti qui e là dallo zazen, vivere in lacrime – non è questo il modo più felice di vivere che si possa immaginare?

Dici:: “Capisco che siamo dei buddha quando pratichiamo lo zazen. Questo significa che quando non sediamo in zazen siamo gente normale?”
Quando un ladro ruba è un ladro – quando non sta rubando, non è più un ladro?
Ed è la stessa cosa consumare il tuo pasto per andare a rubare, o consumarlo per praticare lo zazen?
Se rubi una volta sei per sempre un ladro. Allo stesso modo, lo zazen che pratichi una volta è lo zazen eterno.

Non c’è niente di più buffo dello zazen. Quando sei tu a essere seduto, non sembra un buono zazen. Ma visto dall’esterno, non ci può essere nulla di più maestoso. Normalmente è il contrario: Qualsiasi cosa facciamo, agli altri non sembra niente di speciale, siamo solo noi a essere convinti che stiamo facendo proprio bene.

Poiché il Buddha-Dharma non può essere conseguito, riempie tutto l’universo. Se la nostra pratica quotidiana, allo stesso modo, è quella del non conseguimento, non ci stancherà mai.

La vera pratica del non conseguimento significa praticare come l’uomo di legno e la donna di pietra.

Lo zazen è trasparente. Non ha sapore. Se diamo un sapore allo zazen, diventa qualcosa di “umano”.

Lo zazen non è di moda. Cose come lo sport, dove ci sono vittoria e sconfitta, sono di moda tra la gente normale.

La ragione per cui lo zazen non diventa popolare è perché è insapore e inafferrabile. I bambini non ci possono trovare alcun interesse.

Il grande cielo trasparente è diverso dai bonsai che sono sulla tua veranda: E’ senza limiti. Ma sembra che gli esseri umani preferiscano occuparsi dei loro bonsai o trastullarsi con altri giocattoli.

La tua consapevolezza è usata per dare sapore: è questo il motivo per cui il Buddha-Dharma trasparente e insapore non ti colpisce.

Qualcuno dice di avere un sacco di pensieri fuorvianti durante lo zazen. Il motivo per cui diventi consapevole dei pensieri fuorvianti è perché le onde si calmano e il sangue smette di andare alla testa.

Qualcuno dice: “Quando faccio zazen, comincio ad avere tutti questi pensieri fuorvianti.”.
No, è solo grazie allo zazen che diventi consapevole di questi pensieri fuorvianti. Se tu con tutti questi pensieri fuorvianti ci giocassi, ne saresti semplicemente inconsapevole.
Quando una zanzara ti pizzica durante lo zazen, pensi: “Merda! Mi ha pizzicato!”
Quando stai ballando, non ti rendi nemmeno conto della pulce che ti succhia le palle.

Un laico ha domandato, “E’ diverso tempo che pratico lo zazen, ma ancora non so che fare di tutti quei pensieri fastidiosi che mi capitano durante lo zazen. Una volta, durante le incursioni aeree della seconda guerra mondiale, stavo seduto in zazen. Quando le bombe mi cadevano intorno, non ho avuto un solo pensiero: Niente mi poteva essere più vicino dello zazen che lo zazen a quell’epoca. Ma dopo, il mio zazen non è più andato bene. Non c’è un modo per tornare allo zazen che feci quella volta”?
Sawaki Roshi ha risposto: “Si, con il Koan-Zen lo puoi fare. Qualcuno ti da un koan, ti urla addosso e ti chiude in un angolo. Non ci sarà più spazio per i tuoi “pensieri fastidiosi”. Però, quando ne sarai uscito, tutto sarà come prima. Avrai solo spinto i tuoi ‘pensieri fastidiosi’ in un angolo per un momento.
D’altra parte, il ‘semplice sedere’ (shikantaza) com’è insegnato da Dogen Zenji mira al tutto: la manifestazione della vera forma del tuo essere. Ti presenti nudo, brutto come sei. Ti rendi conto che i pensieri ti continuano a venire in testa, proprio come le bolle prodotte da un granchio nell’acqua. Effettivamente, non c’è nient’altro come lo zazen che ha il pregio di farci realizzare come siamo pieni di merda: Quando siamo tutti concentrati su qualcosa, non pensiamo a nient’altro. Non ci rendiamo conto della pulce che ci succhia mentre beviamo con una ragazza tra le braccia. Non abbiamo un solo pensiero fastidioso! Eppure quando sediamo in zazen, non riusciamo a non essere infastiditi da quella pulce. Perché allora siamo consapevoli. Smettiamo di essere annebbiati, diventiamo trasparenti e chiari”.

Non è naturale provare ogni genere di fenomeno psicologico finché siamo vivi?

Durante lo zazen, tendiamo ad avere pensieri di ogni genere e ci chiediamo se va bene.
Il fatto che ci chiediamo se va tutto bene dimostra solo che lo zazen è puro e trasparente. Veniamo rimbrottati dalla purezza e trasparenza dello zazen. Quando ce ne andiamo girando nudi e ubriachi, non ci poniamo domande.

Nello zazen, il Buddha e le persona normale sono uno. Per questo, ci renderemo conto di come siamo persone normali e insoddisfacenti agli occhi del Buddha – considerando il fatto che siamo tutti originariamente dei Buddha!

Solo la persona normale si lascia fuorviare dai “pensieri fuorvianti”.

Non frignare! Non sbarrare gli occhi! Siediti!

“Senshi Osho ha praticato per 30 anni con Yakuzan, semplicemente per chiarire questa sola cosa”. (Shobogenzo Sanbyakusoku)
Quale cosa? Il fatto che basta il solo zazen.