Questo rumore assordante che circonda e opprime l’anima, è come catrame viscoso, e il silenzio è altrettanto devastante.
Un silenzio non magico ed emozionante, piuttosto un silenzio che è sinonimo di assenza, ed è mio parere riconducibile alla crisi di questo momento.
Pandemia è stata definita, aggiungo nichilista.
Perché poi, questa concertazione di mezzi, questa richiesta logica di aiuto, questa necessità umana di non sentirsi soli e con l’ombra della morte accanto, trova la sua risposta, forse per la prima volta in assoluto, nella Scienza e solo in essa.
Se è un bene perché prima o poi il progresso scientifico troverà le sue contromisure e il vaccino ( al momento le procedure empiriche stanno facendo miracoli, e lo sforzo di tutta la comunità medica e paramedica è lacrime di emozioni ) da una altra parte è un male perché in questo momento, non c’è un sentire spirituale.
Siamo figli del nihilum
Dalla religione antropomorfa, al Dio unico, dalla verticalità dell’ascesi all’orizzontalità della croce, soprattutto in occidente, abbiamo sostituito nei secoli, Dio con io, e quando ci siamo accorti che questo io è vuoto, per colmare questo vuoto, questo senso di opprimente angoscia abbiamo creato il consumo devastante, lo sfruttamento folle delle risorse, come una Pandemia, ( noi ) per la terra e la natura.
Ci siamo allontanati non solo da Dio, ma profondamente da noi stessi. Dall’ombra che ci segue, dall’ inconscio, dai nostri daemon. Ci siamo allontanati dal senso profondo dell ‘ interdipendenza e dell’impermanenza. E infine abbiamo sottratto all’empatia della comunione con l’altro con l’egoismo.
Abbiamo deformato il senso del “ ama il prossimo tuo come se fossi te stesso “ e lo abbiamo fatto diventare; “sfrutta il prossimo tuo per colmare e nutrire il tuo bisogno “ .
A proposito di virus inteso come veleno.
Siamo adesso nel prodotto generato dai tre veleni
Odio – avidità – ignoranza
Per noi occidentali figli della cultura greco-romana, giudaico – cristiana concepire il mondo in termini di inter-dipendenza, impermanenza e vacuità è illogico.
Fuorviante oserei dire.
Lo dimostra il fatto che tutti i tentativi di dialogo inter-religioso tra buddhismo e religioni monoteiste; dopo un approccio iniziale su un tema comune, come l’amore e la carità ( metta e karuna ) è sempre naufragato sui grandi quesiti in primis:
Esiste Dio ?
Di conseguenza l’anima e via dicendo.
Assenza.
Ecco il silenzio assordante, che rimbomba come frastuono nel cuore delle persone.
Dove sei ?
Certamente ognuno di noi, ha una sua risposta. Qualcuno un percorso, altri la fede, ma quello che più mi sconvolge è la completa ed assoluta mancanza di ricerca in questo senso.
Per spiegarmi meglio:
Non è che Dio ci risolve il problema, piuttosto non cerco più in Dio la soluzione del problema e mi affido unicamente alla scienza.
Scienza che ci darà l suo contributo, ma che non potrà mai guarirci l’anima.
Questo momento così delicato, così assurdo da sembrare un incubo senza fine, deve necessariamente condurci in una dimensione diversa.
Una dimensione spirituale, e sarebbe folle non farlo.
Folle perché a questo punto avremo perso una possibilità immensa. Circostanza unica, dolorosa, mortale, beffarda ( un invisibile virus ) che al di la di tutto e con l’insegnamento peggiore che possa esserci, ma forse propedeutico cioè la sofferenza e la morte ci sta dicendo:
“Uomo torna a casa “
Come Ulisse, disperati eroi senza una casa ( ma costretti a casa ) senza una rotta, senza nulla, siamo costretti a ritornare da dove siamo partiti; ed è bello adesso citare il koan
“ Quale era il tuo volto prima che tu nascessi “ ?
Inevitabilmente avremmo vinto una guerra, ma ineffabilmente ne avremmo persa un’altra.