L’Amore ( lo Zen ) ai tempi del coronavirus

Da qualche giorno a questa parte, sono scomparsi, per magia i titoloni in rosso sulle prime pagine dei quotidiani. Un sussulto di razionalità e necessità meramente economica ora punta ad una strategia diversa, quasi a suggellare un contratto di intesa con la paura. Questo 2020 si è presentato nel migliore dei modi. Attività frenetiche e decisamente nichiliste ci portano ad osservare con indifferenza i profughi, gli immigrati, la fame, e  i bambini sconvolti e trucidati dalla guerra in tutto il mondo  (  Siria e Yemen )  sono solo gli esempi più eclatanti. L’impatto devastante dei cambiamenti climatici ( incendi, tifoni, terremoti, ) ci preoccupano ma non ci condannano all’imminente nihilum. No, c’è in noi un senso di apatia, una necessità di apparire dunque sono, un bisogno impellente di partecipare ( vedi social ) a tutto, parlando di tutto e non avere competenze su nulla. Esaltiamo gli uomini forti, ci mescoliamo al razzismo, al fascismo, al potere, alla stupidità.

Poi    ( anche se vorrei farlo ) ma non è questa la sede opportuna, quindi evito di approfondire determinati argomenti ( la mancanza di educazione e pedagogia in primis ), ci rendiamo conto che siamo mortali, e il senso di finitudine ci assale come catrame bollente versato nelle viscere.

Quello che appartiene agli altri, la tua morte e sofferenza per esempio, non mi riguarda sino a quando uno stupido ed invisibile virus  interessante l’etimologia della parola, non ci infetta.

Studiare il comportamento della massa è tematica per sociologi, psicologi ed economisti.

Osservare quello che accade è compito di ognuno.

Ma come ?

Io penso che il grande insegnamento che stiamo ricevendo sia quello che riguarda l’ INTERDIPENDENZA.

Segue a braccetto l’ IMPERMANENZA ma il primo ora è così ovvio da non poter essere messo da parte.

L’ordine cosmico, la Natura si sta dicendo proprio questo:

“ Ehi voi laggiù. Esseri umani. Siete in connessione con il tutto “

Aiuto !!!

L’ego o si ribella e si rinforza attraverso la paura, scatenando poi quello che vediamo e leggiamo tutti i giorni, oppure si addolcisce e lascia la presa per una visione più ampia.

Direi che la seconda opzione ( sana e di crescita ) sia decisamente in netta minoranza rispetto alla prima.

Peccato e sinceramente se come essere umano ne sono infastidito,una parte di me è davvero sofferente per tutto ciò.

Come monaco zen mi chiedo cosa possa fare la pratica spirituale.

Come bodhisattva mi chiedo come posso aiutare gli esseri senzienti.

In verità non ho risposte. Non ho abili mezzi e nemmeno la forza, la speranza è debole, lo sconforto a volte mi assale, eppure la fede e la fiducia in zazen, ogni volta mi lasciano un senso di rinascita e luce che spazza via ogni dubbio.

Interdipendenza….

Mi viene in mente l’uccellino che portava gocce di acqua per spegnere l’incendio nel bosco.

E di uccellini ce ne sono tanti. Silenti, coraggiosi, fuori dal vociare e dalla notorietà spengono incendi senza clamore anche se hanno le ali bruciate dalle fiamme.

L’ Amore e lo zen ai tempi del coronavirus è anche questo

Una lotta e un conflitto interiore di dire basta chissenefrega e continuare ad agire con un monito profondo come guida.

Siate lampade per voi stessi ci ha detto il Buddha prima di morire.

Ora penso che la lampada si sia accesa a livello globale.

Non è dentro di noi, ma fuori. Fuori dove c’è il nemico, la paura, la differenza, il razzismo.

Fuori dove un minuscolo e virus ci attanaglia i polmoni.

Fuori dove la luce della lampada universale ci sta dicendo che è ora di cambiare prospetto e modo di stare nel mondo.

Per noi, per il presente, ma soprattutto per i nostri figli e le generazioni future.

Gassho

Massimo sodo Chinzari